Nel ciclo di eventi POP-OLIO ideato da OLISSEA che si propone di diffondere la cultura dell’olio di qualità in chiave POP, vi presentiamo: “Déjeuner sur l’herbe” @ortobotanico
Va detto: c’è bisogno di pane, di pane buono e di terra in cima alla politica; c’è bisogno di una rivoluzione che sappia riconquistare la sostanza della vita, e il suo legittimo sapore; c’è bisogno di bravi contadini, giovani, moderni, che parlino tante lingue e che sappiano imparare dai vecchi perdonando i loro errori; c’è bisogno di tessere storie di beni comuni, di terre pubbliche; di tecnici che abbiano finalmente l’onestà e la professionalità di non vendersi al potere della scienza industriale; di consumatori che tornino cittadini capaci di riconoscere da sé gli odori e i sapori; di compratori che sappiano considerare il valore del prodotto e non solo il suo prezzo; di donne e di uomini che abbiano voglia di lavorare con le mani, felicemente, senza attendere immigrati a 3 euro l’ora; c’è bisogno di una società che riesca a rispettare indipendenza e dignità del lavoro della terra. Alla fine, c’è bisogno di pomodori che sappiano di pomodoro.
Bicolio è nato specificamente per la degustazione dell’olio, progettato con polimeri studiati per risultare perfettamente insapori e inodori, sia per trasmettere senza alterazioni tutte le caratteristiche dell’olio stesso sia per rispetto dell’ambiente. Infatti è realizzato con materiale compostabile e al termine dell’assaggio può essere tranquillamente smaltito nell’organico.
Olissea ha intervistato il suo ideatore Massimo Epifani che proprio per l’evento di POP-OLIO ha brevettato anche…
Alessandro Maresca è uno degli olivicoltori dell’Associazione Oro di Capri. Olissea è tornata a trovarlo a Giugno per farsi raccontare dell’oliveto che la sua famiglia possiede da generazioni e fra i cui filari si coltiva da sempre una antica varietà di cicerchia diventata presidio slow food. Oggi per chi adotta una agricoltura di tipo biologico/sostenibile è buona pratica piantare leguminose che arricchiscono il suolo di azoto rendendolo più fertile e meno erodibile. Pratica antica che, oltre ad avere una grande utilità per il suolo, fornisce un alimento prezioso. Una coltivazione che richiede molta manodopera e che per questo è quasi in via di sparizione. Alessandro intende invece recuperarla, grazie anche all’aiuto dei suoi due giovanissimi nipoti Enrico e Francesco Maresca. FOTOGALLERY. Ecco perché questa coltura è così impegnativa:
Seconda tappa del viaggio in Andalusia di Olissea al seguito del panel del premio Leone d’Oro. Arrivati nella regione di Jaén, in mezzo a un mare di olivi, incontriamo Lola Sagra titolare dell’Az.Agr. Nobleza Del Sur che con i suoi 300 ettari di oliveti centenari produce un olio di altissima qualità. Un modello redditizio, nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità, che dovrebbe influenzare tutta la regione invertendo la tendenza a squalificare il prodotto conferendolo ai grandi marchi imbottigliatori disinteressandosi del suo destino. FOTOGALLERY
Una grande festa fra gli ulivi del Maripa Queendom designerà il vincitore del premio Leone d’Oro International Evoo Competition. Per un nuovo modo di comunicare l’olio di alta qualità fra gli invitati anche Bernulia e Olivia due star dei social network e nella giuria dei social anche Olissea!
Con più attenzione alla biodiversità e alle differenze tra gli oli monocultivar si può contribuire a salvare il comparto. Iniziamo a fare una lista, non delle varietà ma della varietà di oli che assaggiamo durante l’anno. Un percorso culturale che può anche diventare gastronomico, facendo anche piacevoli scoperte
Tre agricoltori del Marocco visitano alcune aziende olivicole della toscana. Pubblichiamo il report che ci ha inviato in redazione l’olivicoltrice Souhad Azennoud.
La Regione stanzia 1,5 milioni, ma per il presidente della Toscana Enrico Rossi anche il Governo deve contribuire.
Per noi di Olissea la speranza è che questa tragedia possa valere da input per ricostruire nuovi impianti di oliveti in sintonia con l’ambiente e la biodiversità di quei territori, recuperando le 76 cultivar di olivo che erano presenti nelle terre date alle fiamme.
Nocellare strepitose dalla Spagna, Arbequine eccezionali da zone più fredde della Toscana, Frantoi in Cile e Patagonia emozionanti, Coratine godibilissime in Argentina e profumatissimi Leccini in Australia.
Apriamo la mente a un concetto rivelato da un grande Maestro: “L’olio come il vino, l’olivo come la vite!”
Solo confrontandoci internazionalmente sulle “poche” cultivar comuni e condivise potremmo un giorno elevare l’extravergine di qualità riconosciuta e riconoscibile da tutti proprio perché culturalmente patrimonio di esperienze di tutti i consumatori in tutti i mercati, dagli Usa al Giappone.
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